

Suor Mariangela Cevoli è venuta a mancare a pochi mesi di distanza dal traguardo dei 90 anni, che avrebbe compiuto l’11 settembre. Chiunque l’ha conosciuta sicuramente ricorda un viso sempre sorridente, una barzelletta sempre pronta per far ridere e sorridere, e anche tanto entusiasmo. Ma più di ogni altra cosa testimoniava con la sua vita e le sue azioni quello «zelo veramente apostolico per la gloria di Dio e la salvezza delle anime», proprio come lo presentava il nostro Fondatore, il Venerabile don Carlo Cavina, nel Regolamento di Vita, scritto per noi suore “Figlie di San Francesco di Sales”.
Riminese di origine, iniziò il suo percorso alla sequela di Cristo entrando in Congregazione, nella Casa Madre di Lugo, nel novembre del 1957. L’anno successivo venne ammessa al noviziato nel bel convento di san Cerbone, in provincia di Lucca, dove due anni dopo emise i voti con la celebrazione della professione religiosa. Venne destinata dopo un paio di settimane come insegnante alla scuola materna di Bubano e da quel momento suor Mariangela si inserì nell’ambito educativo, a contatto quotidiano con i bambini, ai quali dedicò la maggior parte della sua vita, nelle scuole materne, collegi, comunità educative.
Dopo quattro anni venne trasferita all’Istituto Cozzani di Fabiano, in provincia di La Spezia, comprendente la scuola materna e un grande collegio per maschietti. Inizialmente entrata come insegnante di una sezione di bimbi, in seguito alla malattia di una consorella, che si occupava di un gruppo di minori del collegio, a suor Mariangela venne affidato l’incarico di sostituirla, prendendosi cura dei bambini a lei affidati. Un lavoro che ha svolto per ben 24 anni a Fabiano, anche come responsabile dell’istituto.
Lì nel lontano 1976, inviata per il cosiddetto periodo apostolico, nel secondo anno del mio noviziato, conobbi suor Mariangela, che faceva parte di quella comunità. La cosa che mi colpì, oltre il suo carattere gioviale e scherzoso, fu la sua capacità di essere quotidianamente un po’ Marta e un po’ Maria, dedita instancabilmente al suo delicato lavoro, sempre attenta come una mamma a cogliere sul viso di ogni bambino segni di stanchezza o di una febbre in arrivo, sempre pronta a consolare quei piccoli che, nella maggior parte dei casi, avevano tristi storie familiari alla spalle, ma anche col pensiero e il cuore sempre rivolto a Dio e alla Madonna, per la quale ha sempre nutrito un grande amore.
Il suo zelo apostolico l’ha sempre spinta a prendere iniziative di carattere spirituale, volte ad avvicinare e far crescere bambini e adulti nella fede. Proprio in quegli anni creò il movimento dei “Rosarianti”, coinvolgendo tanti bambini non solo di Fabiano, ma dell’intera diocesi, promuovendo la recita del rosario quotidiano, invitandoli a momenti di incontro e organizzando un pellegrinaggio alla fine di ogni anno pastorale presso un santuario mariano dei dintorni.
È sempre stata un’appassionata zelatrice dell’Apostolato della Preghiera, la cui spiritualità cercava di far conoscere e diffondere il più possibile, fedele anche in questo alle indicazioni del nostro Fondatore. In qualunque comunità veniva trasferita, metteva subito in piedi una rete di zelatrici come lei, promuovendo momenti formativi e di preghiera, partecipando immancabilmente ai convegni annuali.
Dopo i 24 anni trascorsi in Liguria venne mandata come economa e segretaria alla scuola di Roma. Aveva conquistato la simpatia di bambini e genitori per il suo grande amore per la natura, soprattutto per gli uccellini, installando nell’ufficio della segreteria una gabbietta con un canarino, al punto da essere scherzosamente chiamata da tutti la “suora del canarino”.
Successivamente, dopo tre anni, venne trasferita a Lugo, il primo anno libera da incarichi, ma col compito di prendere visione dell’impegnativa gestione della grande Casa Madre, della quale l’anno successivo diventò superiora per un sessennio. A lei va il grande merito di aver fatto conoscere di più alla cittadinanza lughese la figura del nostro grande patrono San Francesco di Sales, invitando alla celebrazione eucaristica nel giorno della sua festa, il 24 gennaio, la popolazione locale e creando un piccolo momento di festa con tanto di rinfresco per i partecipanti. Ma ha anche il merito di aver fatto conoscere a tutti il vero nome della nostra Congregazione. A Lugo tutti ci hanno sempre chiamato “le suore di San Giuseppe”. In realtà quello è il nome dato alla Casa Madre, voluto dal Fondatore don Carlo Cavina. Grazie all’iniziativa di suor Mariangela finalmente tutti hanno capito che in realtà noi siamo le suore “Figlie di San Francesco di Sales”.
La morte improvvisa e inaspettata dell’economa generale, che si occupava anche dell’economato della Casa, mise suor Mariangela a dura prova, sia per la perdita dolorosissima della consorella, sia per la gestione economica della comunità. L’anno dopo venne così inviata per quasi tre anni come responsabile della casa di preghiera di Tossignano, immersa nella quiete e nella bellissima natura che amava tanto.
Dopo questa breve parentesi suor Mariangela fu di nuovo destinata a occuparsi di bambini, questa volta nella città di Massa Lombarda presso la comunità educativa "Maria Immacolata", che accoglie bambini e adolescenti temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo, segnati da pesanti esperienze familiari. Anche qui il servizio offerto non solo alla struttura, ma anche al territorio e alla chiesa locali, è sempre stato generoso e aperto alle relazioni fraterne.
Una delle sue tante caratteristiche era la voglia e la capacità di organizzare pellegrinaggi e gite, unire itinerari di fede a esperienze ricreative, sia per le persone associate all’Apostolato della Preghiera, ma anche per le suore della comunità di Casa Madre e dintorni che hanno sempre accolto questa bella iniziativa e partecipato con entusiasmo.
Nel 2011 ritornò a Casa Madre, sempre disponibile a fare quello che le veniva chiesto, ma soprattutto dedicandosi alle consorelle più anziane e ammalate. Il 12 luglio il Signore l’ha chiamata, di sabato, giorno tradizionalmente dedicato alla Madonna, a terminare il suo pellegrinaggio sulla terra e intraprendere il viaggio verso il Cielo. In un foglio scritto di suo pugno, intitolato “Le tappe della mia vita religiosa” suor Mariangela conclude così:
«Qui in Casa Madre ha avuto inizio il mio cammino, la mia vita religiosa, e qui, quando il Signore Gesù nella sua infinita bontà e misericordia vorrà, finirò i miei giorni. Mi affido ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, perché anch’io possa dire alla fine della mia vita le parole di san Paolo: ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede».
Suor Mariapaola Campanella